Oderzo, alla scoperta dell’antica Roma
La Marca Trevigiana è costellata da città e borghi di grande bellezza. Non sfugge alla regola Oderzo, che da Treviso dista 29 chilometri. Sorge in una zona vocata alla buona viticultura, bagnata dal Piave, dal Livenza e dal Monticano.
Le sue antiche origini paleovenete e il municipio di origine romana ne fanno un centro di riferimento irrinunciabile per chi vuole scoprire i segreti dell’archeologia romana. Raggiunse il massimo splendore nel I e II secolo, quando si presume avesse circa 50.000 abitanti. Citata da Plinio il Vecchio, Tacito, Tito Livio e Quintiliano, ha condiviso le sorti dell’Impero Romano, subendo per secoli le pesanti conseguenze delle invasioni barbariche e delle guerre tra Bizantini e Longobardi. Dalle quale non si risollevò che verso il Mille, senza per altro ritornare ai fasti antichi.
L’antica Opitergium è la seconda città veneta dopo Verona a vantare importanti reperti archeologici risalenti all’epoca romana esposti nel suo Museo Civico Archeologico Eno Bellis fondato nel 1876 e trasferito nel 1999 nella barchessa di Palazzo Foscolo, dove ha sede anche della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea e della ricca Pinacoteca intitolata all’artista opitergino Alberto Martini.
Il percorso alla scoperta di reperti (molti dei quali emersi proprio dal sottosuolo cittadino), è ben ordinato e completo, proponendo una vastaraccolta di monete, statuine in bronzo, stele funerarie, bellissimi mosaici.
Ma la “romanità” di Oderzo si coglie chiaramente anche nei molti siti archeologici a cielo aperto sparsi nella cittadina. L’area del foro Romano, ubicata dove si intersecano i due principali assi viari cittadini, con resti di una piazza, di una basilica, di una imponente gradinata, di un complesso forense e di una Domus di origine augustea. L’area delle ex carceri, conglobata nel Torreson, con reperti e murature che risalgono a varie epoche assieme ai resti delle antiche carceri medioevali. Poi l’area di via dei Mosaici, dove sono visibili la pavimentazione di una domus e due pozzi. Infine l’area tra Piazza Grande e piazza Castello.
Vantando il primato originale di “Città più porticata d’Italia”, la visita ad Oderzo è facile e affascinante, partendo dalla centrale Piazza Vittorio Emanuele, la Piazza Grande, una delle più belle piazze del Veneto. Vi è tracciata una grande meridiana, sulla quale si proietta l’ombra del pinnacolo del bel Duomo di San Giovanni Battista iniziato nel XI secolo e consacrato nel 1535, costruito sulle rovine di un antico tempio di Marte. I molti restauri (l’ultimo risalente attorno al 1920) hanno profondamente mutato l’aspetto originale, in stile romanico-gotico. All’interno pregevoli opere di Pomponio Amalteo, all’esterno il campanile edificato nel Cinquecento. Senza dimenticare l’antica Loggia Comunale.
L’emblema della città, la torre dell’Orologio, chiamato Il Torresin, fu restaurato nel 1930.
Caratterizzata anche da vicoli denominati Contrade (quella Rossa e quella del Cristo le più caratteristiche), Oderzo si snoda sul centrale Corso Umberto I dalle belle facciate di case e palazzetti tra il ‘400 e il ‘500. Notabili il Palazzo Porcia e Brugnera, residenza cinquecentesca della famiglia di cui porta il nome e, nella più piccola delle sei frazioni di Oderzo, Rustigné, il Palazzo Ottoboni , costruito nel 1611 dalla famiglia veneziana Ottoboni.
Chi avesse del tempo non può rinunciare a visitare il Cason di Piavon, tipico esempio della abitazione veneta tra l’800 e il ‘900, oggi sede di un grazioso museo etnografico, l’antica e caratteristica Fontana degli innamorati di Fratta, adiacente al campanile dell’antica chiesa medioevale dedicata a San Filippo e Giacomo. E ancora il meraviglioso e affascinante centro della vicina Portobuffolé che per le tracce dell’antica gloria trecentesca di Gaia da Camino (che vi visse fino alla morte), la torre e altri luoghi suggestivi merita una visita a parte. Così pure la non distante Chiesa dei Templari ad Ormelle ed il Convento Santuario della Madonna dei Miracoli nella vicina Motta di Livenza.